Già dai tempi dell’Università ho avuto la fortuna di essere circondata da persone di ogni provenienza. E prima o poi, davanti a una tavola imbandita, magari di prelibatezze regionali, la domanda arriva: ma dalle tue parti ci sono dei piatti tipici?
Ma certo! Come potete non conoscere i bruscitt (o bruscitti), la casoeula e lo stufato d’asino?
Ciascuno merita una trattazione a sé, per questo ci ritorneremo nelle prossime giornate. Oggi invece voglio raccontarti una storia che mi ha fatto sorridere e che ben evidenzia la suprema bontà di uno dei tre piatti citati sopra, apprezzato persino in epoche molto lontane da personaggi di tutto rispetto.
La storia si intitola I cammelli dei re Magi, e la traggo dalla raccolta I Giorni della Merla. Leggende tra Varesotto, Lago Maggiore e d’Orta, di Chiara Zangarini (Pietro Macchione Editore):
Tanto tempo fa, i cammelli che trasportavano i re Magi si persero nella nebbia. Non vedevano più la stella cometa e, nel loro girare a vuoto, arrivarono in un paese piccolissimo […] Busto Arsizio, un po’ fuori strada!
[…]
Quando i contadini si videro davanti quegli strani personaggi, con le corone e i vestiti scintillanti, non credettero ai loro occhi e li accolsero con entusiasmo.
Li rifocillarono con quello che avevano in casa: polenta, bruscitt e vin brulé.
Mentre i Magi si scaldavano e raccontavano del loro lungo viaggio al seguito della stella, alla ricerca del più grande re che fosse mai apparso sulla terra, i bambini avevano raccolto più legna che potevano, avevano acceso un fuoco vicino ai cammelli e avevano portato anche a loro polenta, bruscitt e vin brulé. Gli animali affamati avevano apprezzato molto […].
A poco a poco, finalmente, la nebbia iniziò a diradarsi e la stella ricominciò a brillare, indicando nuovamente la strada. I cammelli si rialzarono.
– Eccola, la nostra guida. Ora possiamo ripartire- dissero i re Magi.
– Tornerete? – chiesero i bambini che di colpo erano diventati tristi.
– Torneremo… – rispose Melchiorre dall’alto del suo cammello, chinandosi per regalare un sacchetto di oro e pietre preziose. – Torneremo ancora, se troveremo la strada…
I contadini ringraziarono e li videro allontanarsi, sui cammelli barcollanti e sazi di quel cibo meraviglioso che non avevano mai assaggiato prima.
I cammelli non dimenticarono i bustocchi. Da molti anni si erano stabiliti a Milano e si trovavano bene. La stella cometa era scomparsa e il re dei re era salito in cielo. Avevano la paglia comoda e l’acqua fresca, ma dovettero far fagotto nuovamente per ordine di un imperatore prepotente con la barba rossa che voleva portare in Germania i re Magi.
Erano vecchi e stanchi, non ne potevano più di camminare e arrivati a Busto, si impuntarono. Avevano riconosciuto quel prato lontano nel tempo dove i monelli avevano fatto loro assaggiare polenta, bruscitt e vin brulé- E non ci fu verso di ripartire finché non furono accontentati. […]
Ogni anno, la vigilia dell’Epifania, i cammelli si risvegliano dal loro sonno e fanno le bizze con i Magi per tornare a Busto Arsizio.
Ed io che mi sono sempre chiesta come mai all’Epifania fosse tradizione mangiare i cammelli di sfoglia! 😀