E poi accade che un giorno ti chiedono il permesso di presentarti come ‘storia di successo’ in una Newsletter che senti importante e tu metti da parte dubbi, sicurezze e cautele, butti in aria le carte e nell’arco di una notte riporti Allegretto alle sue origini e riaccendi il fuoco che covava sotto la cenere. E la calamita riacquista il suo potere.
Dico ‘calamita’ perché il luglio 2013 di Allegretto è stato concretamente magnetico. Tanto magnetico da distogliere la mia attenzione dal racconto 🙂 Poco male. Intanto chi ne è stato coinvolto lo ha vissuto intensamente e la tecnologia che ha fissato suoni e immagini mi verrà in aiuto in questa narrazione a posteriori.
Cominciamo dunque dall’inizio: un bel giorno del mese passato ho preso coscienza del fatto che stavo dedicando la mia energia a tutto fuorché ad Allegretto. I risultati parlano in modo brutalmente chiaro: il mese di giugno aveva segnato un nuovo calo e intanto mi ritrovavo a pensare che offrire ‘solo’ ospitalità – che di per sé non è cosa facile come potrebbe sembrare – mi aveva già stancato. Era il momento di ringraziare questa prima fase di vita di Allegretto per i buoni e abbondanti frutti portati quando ancora tutto il resto stava beato a riposare nel tepore della mia immaginazione e assegnare ad essa il suo posto: l’ospitalità come uno dei modi di vivere Allegretto, non l’unico, non il principale.
La reazione della vita a questa presa di coscienza è stata rapida. Il giorno dopo è arrivata la richiesta cui ho accennato all’inizio di questo post. Accetto, perché la interpreto come un richiamo. E al termine della telefonata capisco di trovarmi davanti a una scelta: posso lasciare che Allegretto appaia per ciò che è stato fino a quel momento oppure cogliere l’occasione per manifestare Allegretto per ciò che è nel profondo.
Ma cos’è Allegretto? In quella cortissima notte non ero sicura di saperlo e non lo sono neanche ora, mentre scrivo. Sono invece sicura di ciò che non è. Allegretto non è un Bed and Breakfast. Non è un posto che scegli come appoggio per dormire perché l’atmosfera è più familiare (e magari costa anche meno). È un luogo in cui puoi ANCHE fare questo (e chi ha dormito qui ha apprezzato molto l’atmosfera:-)), ma non è questo il primo motivo che vi darei per venire a trovarci.
In quella cortissima notte sono stata solo capace di scriverne tre: SEGUI IL TUO RITMO, SCOPRITI ARTISTA, SCRIVI LA TUA VITA.
‘Solo questo’, era la mia impressione.
Un giorno del mese di luglio, che evidentemente e stato ricco e sorprendente per piu’ di una persona, la vita e l’Universo mi hanno fatto una sorpresa e la mia partenza dagli Usa per l’Italia e’ arrivata piu’ velocemente del previsto. Il mio umore non e’ stato dei migliori in risposta a questa sorpresa che li’ per li’ mi e’ parsa un po’ una beffa e un po’ un intoppo del mio percorso. Ho impiegato piu’ di qualche ora a trasformare l’intoppo in deviazione e ancora il mio umore altalenava quando facendo scalo a Dusseldorf non riuscivo a trovare una connessione wifii stabile come la connessione wifii instabile con cui ho giocherellato durante il lunghissimo scalo a Dusseldorf.
Un po’ in America e un po’ in Germania l’idea di passare qualche giorno ad Allegretto ha preso forma, atterrando a Milano ero certa che fosse la scelta migliore e ancora non sapevo di avere avuto una visione cosi’ chiara e potente.
Da che dovevano 2 o 3 giorni, il mio soggiorno ad Allegretto ha contato 11 notti…
11 notti di 1 ora e mezza di polifasico senza debiti di sonno, 11 giorni di attivita’ produttiva e rapida, intensa e felice..
11 notti in cui oltre a un accurato ripasso delle trilogie di Star Wars ho studiato affamata e curiosa di nuove competenze…
11 giorni di attivita’, di confronti, di musica, di tentativi di flauto traverso…
11 giorni di arte, di idee, di ispirazione e di creazione…
11 giorni di sorrisi…
11 giorni di compositori…
11 giorni di incontri interessanti e ricchi…
Allegretto ha segnato un momento potente in cui il mio umore ha smesso di altalenare e ho visto il lato positivo di essere dove pochi giorni prima mai avrei pensato di essere.
Allegretto ha assistito alla nascita di idee potenti.
Allegretto mi ha abbracciata mentre con un piede sollevato e l’altro in tensione, mi lanciavo nel prossimo potente passo della mia esistenza.
Allegretto e’ arte, e’ poesia e musica, e’ la cassa di risonanza in cui un’idea rimbomba cambiando forma finche’ trova la sua, proprio quella corretta. Allegretto e’ l’eco degli sbalzi d’umore che rimbalzano e si stabilizzano in un sorriso, Allegretto e’ un non luogo: e’ qualcosa che si respira.
Quando Allegretto ti accoglie, il sorriso di Federica, di Stefano e le risate di Matilde sono la cornice del quadro che tu stesso dipingi, la scala della melodia che tu stai componendo, il margine del foglio su cui scrivi la tua storia: la differenza tra una ricerca e una caccia al tesoro!
Cara Viola, la reazione immediata a queste tue parole è WOWOOOW e SNIF 🙂 WOWOOOW per lo stupore di leggerti così appassionata e intensa. SNIF perché mi sono commossa fino al midollo (chiedere a Stefano per credere).
Il tuo arrivo improvviso è stato una bellissima sorpresa, come bello è stato averti accanto in quei lunghi e intensi giorni, in cui attività, persone, idee, nuove realtà si incrociavano tra stanze e giardino. Ti ho vista impegnata con l’energia che già avevo avuto modo di sperimentare, tenace nel portare avanti i tuoi obiettivi e i compiti che ti erano richiesti, sempre vigile e affamata di conoscenza. Hai una forza che ammiro e desidero. E’ stato bello sentire il tuo suono attraverso il flauto che io non sono nemmeno impugnare e attraverso il pianoforte, del quale forse hai scoperto un lato inedito e leggero. E’ stato bello ascoltarti e parlare con te, raccontarti idee e dubbi, gioie e difficoltà, ed è bello sentire, ancora una volta, che non sappiamo cosa accade a chi sta qui mentre sta qui. Non lo sappiamo finché, come hai fatto tu, chi passa di qua decide di rivelare qualcosa di ciò che ha vissuto. E ti sono grata dal profondo del cuore per averlo scritto qui, per averlo fatto sapere a me, a noi che trascorriamo ad Allegretto la maggior parte del nostro tempo, con tutto ciò che siamo, e per averlo consegnato a questo spazio dove anche altri potranno trovare la tua traccia. Mi rimangono impresse in modo particolare due passaggi: ‘la cassa di risonanza in cui un’idea rimbomba cambiando forma finché trova la sua, proprio quella corretta’, ‘Allegretto è un non luogo: è qualcosa che si respira’. La prima descrive bene un’esperienza che ultimamente mi capita di vivere spesso: grovigli apparentemente amorfi che a un tratto si dipanano in visioni più o meno definite e che talvolta si fanno più nitide man mano che trascorre il tempo. Frustrante per la parte di me che cerca il controllo, esaltante per la parte di me che si sente accompagnata da una mano invisibile e generosa. La seconda traduce un’ambizione: anche io amo pensare ad Allegretto non come a un luogo ma come a un modo di essere.
Se tu hai sentito tutto questo sono certa che altri potranno sentirlo. E questo mi pare dica che siamo sulla buona strada 🙂 E siamo immensamente felici del fatto che un tratto di questa strada abbia accolto i tuoi passi. Restiamo in attesa (impaziente!) dei prossimi…
[…] l’altra con maggior interesse è stato segnato dalla Newsletter di cui ho parlato nel post Rimettersi sulla retta via. Roberta l’ha ricevuta, mi ha telefonato e mi ha detto: “Ma tu non mi hai detto che […]